QUANDO LA POLITICA INVADE LO SPORT

13.02.2013 21:58

Come ormai tutti saprete, la Uisp si è aggiudicata il bando per l'assegnazione degli impianti sportivi di Monsummano per i prossimi 5 anni. Alla gara abbiamo partecipato anche noi presentando la domanda con l'Intercomunale Monsummano, e l'Endas Pistoia si è presentata come terzo incomodo. Noi siamo arrivati addirittura ultimi in questa particolare graduatoria. Si tenga ben presente che le società che hanno partecipato al bando dovevano possedere requisiti ben precisi di "esperienza, qualificazione territoriale e presenza di dirigenti e tecnici operanti da anni nel settore". Con questi presupposti, sembrava lampante che almeno per quanto riguarda la gestione del palazzetto (e di conseguenza di quello del Cintolese) eravamo in pole position: chi meglio di noi può conoscere le problematiche, le necessità e le situazioni legate alla gestione di un palazzetto dello sport, che occupiamo da decenni e che abbiamo gestito per 4 anni con risultati più che soddisfacenti, secondo il giudizio degli utenti stessi? Invece, tutto ciò per chi ha deliberato l'assegnazione degli impianti non conta. Non conta che abbiamo investito denaro e ne avremmo investito dell'altro se avessimo ottenuto la gestione. Non contano più l'esperienza di noi dirigenti e dei nostri allenatori, relativamente a ciò che si fa in un palazzetto dello sport. Non conta più il fatto che più di 200 famiglie ci affidano giornalmente da decenni i loro figli per insegnare loro a giocare a basket e che in tutti questi anni non hanno mai avuto modo di sollevare un problema o una questione senza che questa non sia stata tempestivamente risolta. Niente. Da oggi, tutto ciò passerà in mano ad un Ente che ha una relativa esperienza nel settore per la gestione di impianti sportivi ma che non è la Pallacanestro Monsummano. Non ha i requisiti e l'esperienza che abbiamo noi. E' una decisione, quella del Comune, esclusivamente politica e tesa a far fuori la nostra società dallo sport locale per interessi privati e giochi di potere a noi sconosciuti. Se la decisione della commissione che ha assegnato la gestione del palazzetto fosse stata solo di natura sportiva, non ci sarebbe stata corsa. Ma se entra la politica, allora siamo tagliati fuori. Noi facciamo basket, non comizi. Noi alleniamo bambini perchè loro imparino lo sport più bello del mondo, non facciamo assemblee di facciata in cui ogni partecipante annusa che sia già tutto deciso. Stante così le cose, la strada da intraprendere è una sola: portare via il basket da Monsummano. Nei prossimi giorni ci riuniremo per decidere il da farsi, ma nostro malgrado la strada da prendere è una sola. Il tempo dei discorsi e degli accordi è finito.

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